Bim: a che punto siamo in Italia

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GUIDA

Avanguardie BIM: verso un’Europa condivisa

I primi a utilizzare ad investire nel BIM sono stati Gli Stati Uniti, che già nel 2000 avevano espresso piena fiducia nella nuova metodologia. Nel 2003, poi, la General Services Administration (GSA) aveva stabilito il programma nazionale per il 3D-4D-BIM e pubblicato le guide che andavano a descrivere la nuova metodologia di lavoro da utilizzare nell’industria delle costruzioni. Fino ad arrivare al 2007, quando la GSA rendeva necessario l’uso del BIM per la “spatial program validation”, ossia per la presentazione il progetto in gara d’appalto.

Per quanto riguarda l’Europa, invece, i primi ad utilizzare la tecnologia BIM sono stati i paesi del Nord, in particolare Finlandia Norvegia, dove l’innovativa metodologia di lavoro è attiva già dal lontano 2000.

Anche il Regno Unito si è concentrato fin da subito sulla comprensione dei legami tra CAD e BIM. Nel 2011 il National Building Specification (NBS) aveva annunciato lo sviluppo della National BIM Library per l’industria delle costruzioni del Regno Unito: una libreria digitale di oggetti gratuita e facilmente accessibile online da tutti i professionisti del settore delle costruzioni. E nel 2016 il Governo ha reso inoltre obbligatorio l’utilizzo del BIM per la realizzazione di opere pubbliche.

Ora quasi tutti i paesi europei si avviano ad utilizzare in maniera puntuale il BIM. Come conseguenza diretta della Direttiva 2014/24/EU sugli Appalti Pubblici che ha espresso in modo chiaro l’indicazione di introdurre il Building Information Modeling all’interno delle procedure di Procurement degli Stati Membri a partire dal 2016.

Immagine di Graziano Delrio.

Tecnologia BIM: a che punto siamo in Italia

La diffusione del BIM ha avuto uno sviluppo molto più lento in Italia dove il mercato della progettazione è molto più parcellizzato e il primo attore del processo, ovvero lo studio di architettura, se non “costretto da leggi specifiche”, ha difficoltà ad investire maggior tempo e lavoro in una progettazione che porta vantaggi soprattutto a coloro che si occuperanno delle fasi successive.

A lungo insomma è mancata una legislazione che regolasse o favorisse l’utilizzo del BIM. Risale solo a una manciata di settimane fa l’entrata in vigore del Decreto Bim che disciplina l’obbligo di bandire le gare d’appalto e di progettare le opere pubbliche con il Building Information Modeling.

Lo scorso 1° dicembre il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha firmato il Decreto BIM (entrato poi in vigore il 27 gennaio 2018), uno dei principali provvedimenti attuativi del nuovo Codice dei Contratti Pubblici, che prevede l’introduzione progressiva di modelli di gestione digitale delle informazioni nei processi di costruzione di edifici ed opere di ingegneria civile e disciplinerà l’obbligo di bandire le gare d’appalto e di progettare le opere pubbliche con il Building Information Modeling.

“Un passaggio sicuramente importante – come afferma il Ministro Delrio in un comunicato – che risponde a una innovazione del settore e porterà trasparenza, efficienza e più qualità nella progettazione e realizzazione delle opere”.

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