Il Decreto BIM

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Bim: definizione e quadro introduttivo

Molti ne parlano. Molti lo hanno sentito nominare. Ma sono ancora troppi quelli che non sanno realmente di cosa si tratti. Oggi, alla luce delle novità normative degli ultimi mesi e dei progressi realizzati nel settore, è ormai diventato fondamentale capire una volta per tutte cos’è il BIM, a cosa serve e quali sono i reali vantaggi offerti da questa innovativa metodologia.

Innanzitutto BIM è l’acronimo di “Building Information Modeling” ovvero Modello di Informazioni di un Edificio. Il NIBS (National Institutes of Building Science) lo definisce se non altro come la “rappresentazione digitale di caratteristiche fisiche e funzionali di un oggetto”.

Ne consegue che il BIM non deve essere inteso come un software o una tecnologia specifica, quanto piuttosto come una metodologia che, utilizzando svariate piattaforme tecnologiche adeguate alle esigenze degli operatori, ridisegna i processi operativi rendendo più efficiente la progettazione, la creazione e la gestione di un bene immobiliare: edificio e/o opera civile. Come? Attraverso un modello informativo condiviso che contiene al suo interno tutte le informazioni che riguardano il suo intero ciclo di vita, dal progetto alla costruzione, fino alla sua demolizione e dismissione.

Una premessa di base del BIM è infatti la collaborazione tra le diverse figure interessate nelle diverse fasi del ciclo di vita di una struttura, al fine di inserire, estrarre, aggiornare o modificare le informazioni nel BIM. Non a caso il BIM è nato proprio dalla volontà di andare verso la collaborazione tra i progettisti, l’interoperabilità dei software, l’integrazione tra i processi e la sostenibilità.

Il BIM è infatti un metodo di progettazione collaborativo in quanto consente di integrare in un unico modello le informazioni utili in ogni fase della progettazione: quella architettonica, strutturale, impiantistica, energetica e gestionale. Per questo può essere utilizzato dagli impiantisti, dagli ingegneri strutturisti, dagli architetti, dal costruttore, dai montatori, dai collaudatori ecc.

Grafica rappresentante le varie attività del BIM.

Quali sono i vantaggi offerti dal BIM?

L’utilizzo del BIM consente notevoli vantaggi che si traducono in:

  1. risparmio di tempo e costi: il progettista non dovrà più disegnare una quantità spropositata di linee, polilinee e forme geometriche varie (che portano via molto tempo), ma dovrà semplicemente inserire oggetti dotati di specifiche proprietà ed informazioni di vario genere (materiali, costi, capacità termiche, manutenzione, etc.);
  2. riduzione degli errori: piante, prospetti e sezioni sono semplici viste differenti dello stesso oggetto. Una qualsiasi modifica al modello BIM si ripercuote su tutte le viste/grafici generati;
  3. maggiore semplicità: risulta semplice generare modelli anche molto complessi. Il tecnico sarà in grado di progettare opere che prima neanche avrebbe immaginato utilizzando un CAD . Senza contare che un progetto BIM dà la possibilità alla committenza di avere un’elaborazione virtuale del ciclo di vita dell’edificio, anche dopo la fase di progettazione; in questo modo è più semplice monitorare la vetustà dei materiali e programmare meglio la manutenzione.

Visti gli enormi vantaggi della tecnologia BIM è ovvio che il suo utilizzo si stia diffondendo sempre più nel mondo. Tuttavia c’è da considerare il fatto che sebbene semplifichi nel complesso notevolmente il lavoro, qualora si voglia ricavare dal modello tridimensionale la certificazione energetica, i calcoli strutturali ecc., bisogna precisare che il suo utilizzo richiede un maggiore investimento e lavoro nella fase iniziale del progetto (in cui si inseriscono tutte le informazioni).

Grafica che mostra un edificio e le carte di un progetto in prospettiva su sfondo arancione.

Open BIM: verso la standardizzazione

L’unico limite davvero imputabile alla tecnologia BIM è in realtà legato alla difficoltà di standardizzazione del formato dei file creati con essa che si sono registrate nel recente passato.

Al fine di avere un unico formato di scambio, risultava infatti necessario stabilire quali fossero le informazioni minime o standard per considerare un BIM un file IFC (formato con cui viene generalmente salvato un oggetto BIM). E che i distributori di software scrivessero le ‘informazioni giuste al posto giusto’ così che tutti i software potessero leggere le caratteristiche in modo inequivocabile.

Per risolvere il problema è nato il programma Open BIM, un’iniziativa lanciata dell’associazione Internazionale Building SMART in collaborazione con i principali fornitori di software per promuovere, semplificare e coordinare a livello globale il concetto di BIM nell’ambito del settore AEC con informazioni e materiali relativi al marchio a disposizione di tutti coloro che partecipano al programma. BuildingSMART ha inoltre sviluppato la certificazione Open BIM, un sistema tecnico che consente ai produttori di software per il settore AEC di migliorare, verificare e certificare i sistemi di scambio dei dati per una perfetta integrazione con altre soluzioni basate su Open BIM.

Parte 2 – Bim e progettazione>>

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